Danza, Moda, Gioielli e Artigianato, l’incontro di forme di arte e cultura. Questa la sintesi dell’esposizione, espressione della collaborazione tra Fondazione Teatro Città di Vicenza e Confartigianato Imprese Vicenza-Viart, nel Foyer del Teatro di Vicenza. In occasione del Festival della Danza, e collegata alla mostra Danza Archivio, VIART e nove maestri artigiani rendono omaggio alla danza e alla donna anni ’20 con alcune sculture in bronzo e una collezione di abiti sartoriali e gioielli ispirati agli anni ruggenti.
La donna degli anni ’20 è una donna “liberata” da abiti rigidi e formali grazie ad una nuova moda, come quella, all’epoca rivoluzionaria, di Coco Chanel, ma anche una donna “libera” come lo era la danzatrice Isadora Duncan, considerata la fondatrice della danza moderna.
Nove artigiane e artigiani, maestri di scultura, di eleganza sartoriale, d’arte gioielliera, esprimono e interpretano l’idea di danza e di moda anni ’20.
L’esposizione, inaugurata il 21 febbraio, si concluderà il 23 aprile, e sarà visitabile nel Foyer da tutti i fruitori del Teatro in occasione degli spettacoli nella Sala Maggiore.
Gli abiti sartoriali di: Paola Girardi, Piero Pianezzola, Sartoria Daniela, Sartoria Muzzolon Adriana
Negli abiti proposti vengono ripresi e reinterpretati gli elementi di stile che hanno connotato gli anni ’20. Il look di quel periodo è elegante e raffinato, con abiti lineari che non segnano la vita e accompagnano il movimento del corpo con tessuti morbidi, in velluto, in cady, in colori basici come il nero, l’avorio, l’oro e il rosa. Gli accessori sono una parte fondamentale, stravaganti e opulenti. Tratti dall’Art Deco e dallo stile Egiziano, le borse decorate con perline, boa di piume e fasce per la testa diventano gli accessori scelti per la sera, ma anche le frange su abiti e sciarpe. Le perle sono un accessorio principale motivate dalla stilista Coco Chanel.
Le sculture di Vittorio Tessaro
La potenza del bronzo incontra la leggerezza del movimento della danza classica. Forza e grazia trovano sintesi in tre sculture dove i muscoli sono plasmati per dare tutta la spinta necessaria al movimento. L’artista ha sviluppato un’idea di scultura “sentita”, libera e senza canoni, per esprimere le sue capacità in senso puro ed istintivo. Le tre sculture in bronzo legate al tema della danza ne sono un esempio.
I gioielli di: Preziosi Salvato, Laura Balzelli, Daniela Vettori, Lorenzo Bazzo
Gli artigiani orafi ripropongono gli stilemi che hanno caratterizzato gli anni ’20. Nei primi anni Venti i gioielli sono leggeri, delicati, bidimensionali e lavorati a traforo, in diamanti e perle montati quasi sempre su platino. Il motivo ornamentale è generalmente stilizzato anche quando si tratta di motivi floreali ereditati dal periodo Liberty. Sulle scollature ampie scendono lunghe collane e sul punto vita abbassato ai fianchi spesso risalta una spilla o una fibbia che chiude una cintura decorativa. La moda delle braccia nude impone il ritorno del bracciale. La scoperta della tomba di Toutankhamon nel 1922 fa fiorire i motivi ripresi dall’arte egiziana mentre il debutto del corpo di ballo della Cina all’Opéra di Parigi ispira spille e pendenti a forma di pagoda o gazebo. Solo nella seconda metà del decennio il gioiello si adegua ai canoni dell’Art Déco. Si diffonde la moda delle collane in platino o in argento con pietre dure come l’onice, la giada, il lapislazzuli spesso abbinati al cristallo di rocca o a smalti e lacche lucenti.